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Ormai da molti decenni la psicoanalisi si trova al centro di un acceso dibattito in mento ai suoi fondamenti epistemologici ed alla legittimità della sua aspirazione di qualificarsi come un'autentica disciplina scientifica. Una tale aspirazione è stata sin dagli inizi alla base della ricerca di S. Freud, che si riproponeva di conferire alla Weltanschauung psicoanalitica uno statuto epistemologico non dissimile da quello delle scienze naturali. In questa prospettiva, la stessa teoria freudiana della personalità veniva fondata sulla dottrina metapsicologica delle pulsioni istintuali e sulle leggi economico-fisicalistiche dell'omeostasi, della costanza e dell'entropia cosmica. Una simile impostazione riduzionistica era però destinata a risultare incongruente rispetto allo spirito originario della ricerca psicoanalitica, che rivolgeva i suoi interessi verso le problematiche più profonde della personalità interiore, in tutta l'ampiezza delle sue intrinseche contraddizioni e che si costituiva nell'ambito del rapporto dialogico e dialettico tra l'interiorità dell'analizzando e quella dell'analista (e non sul terreno di una sperimentazione puramente oggettualistica, com'è tipico della psicologia naturalistica). In particolare, nel corso della storia del pensiero psicoanalitico, doveva sempre meglio evidenziarsi l'importanza fondamentale del tema dell'Io, non solo come automatismo difensivo, ma anche e soprattutto come soggetto riflessivo (Sè).